Un’esperienza da Cuneo al Seminario Nazionale “Educare alla cittadinanza mondiale e alla cooperazione internazionale: il miglior investimento per il futuro
Giovedì 23 giugno a Roma, si è tenuto il Seminario Nazionale “Educare alla cittadinanza mondiale e alla cooperazione internazionale: il miglior investimento per il Futuro”, organizzato da FOCSIV - Volontari nel mondo, la Federazione che riunisce 80 ONG di ispirazione cristiana.
L’appuntamento è stato un momento di dialogo e confronto tra le 22 ONG italiane, tra cui l’associazione LVIA - Servizio di Pace, che hanno partecipato al progetto “Un solo mondo, un solo futuro. Educare alla cittadinanza mondiale a scuola”, cofinanziato dalla Cooperazione italiana e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, insieme alla DGCS - Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, le Università, le Fondazioni e le Scuole.
LVIA - Servizio di Pace ha realizzato il progetto "Un solo mondo, un solo futuro" in 40 scuole delle provincie di Cuneo, Torino, Forlì e Caltanissetta (di cui 16 scuole nel cuneese) approfondendo i temi della sicurezza e sovranità alimentare, delle migrazioni internazionali, dell’economia e della finanza globale.
I temi dello sviluppo globale efficacemente illustrati da Gianfranco Cattai, presidente FOCSIV, sono stati al centro dell’iniziativa che ha visto scendere in campo due diverse realtà, con un unico obiettivo: tentare di proporre un nuovo modo di fare scuola.
Da una parte le 22 ONG italiane, tra cui LVIA associazione di volontariato che ha promosso nell’istituto Grandis lo studio dei grandi temi globali attraverso l’integrazione tra didattica curricolare e pratiche di cittadinanza attiva: i docenti di varie discipline scolastiche sono stati accompagnati ad inserire le Unità di Apprendimento nella loro programmazioni e le classi sono state coinvolte direttamente nelle attività di progetto.
Dall'altra i docenti. Al Seminario Nazionale, l’'insegnante Marisa De Simone dell'IPSIA Grandis di Cuneo ha presentato le buone pratiche sviluppate attraverso il lavoro realizzato con LVIA nell’ultimo anno.
«Abbiamo elaborato una Unità didattica di Apprendimento, “L’IPSIA NARRA LA DIVERSITA’”, sperimentando la ricchezza di lavorare insieme ad altri insegnanti, cosa rara durante l’attività scolastica, provando a declinare all’interno dei programmi di italiano, storia, inglese e diritto, il tema delle migrazioni. L’esigenza nasce in quanto la nostra scuola presenta un’utenza eterogena, il 40% dei nostri alunni è di origine straniera. La convivenza non sempre si presenta facile e distesa. Le incomprensioni, la mancanza di empatia e la scarsa informazione, sono tutti elementi che caratterizzano le relazioni del gruppo culturale misto», ha spiegato la professoressa ad una platea di circa cento persone nell’aula della Pontificia Università Lateranense, dove si è svolto il seminario.
Presenti al Seminario anche Cristiano Maggipinto, DGCS Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Emanuela Benini, Agenzia Italiana per la Cooperazione internazionale del MAECI e Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIUR.
«Per approfondire le cause che inducono migliaia di persone a emigrare abbiamo pensato di utilizzare nelle ore di storia, dei testi tratti da saggi politici ed economici e la visione di film documentari; per poi cogliere le differenze di status economico attraverso il diritto; passando poi ad ascoltare le testimonianze in lingua inglese per conoscere gli elementi caratteristici delle loro culture. Ci è parso importante cogliere le loro emozioni attraverso testi poetici e in prosa. – ha continuato la prof. De Simone, entrando nel dettaglio del lavoro realizzato nella scuola GRANDIS. Abbiamo pensato anche di condividere i saperi naturali dei nostri allievi: gli insegnanti hanno proposto l’argomento sull’immigrazione sotto forma di interrogativi sollecitando gli interventi degli alunni ai quali è stato chiesto di esporre liberamente idee, ipotesi personali, concezioni ingenue e spontanee. In una fase successiva, noi docenti abbiamo presentato le nuove informazioni confrontandole con i saperi naturali e gli allievi sono stati invitati a fare un’elaborazione attraverso i laboratori fatti organizzare direttamente dai ragazzi, in una logica di peer education, avvalendoci dell’expertise di associazioni come LVIA capaci di utilizzare queste metodologie educative e di mettere in rete territorio e società civile, invitando esperti e testimonial in grado di affrontare il tema delle migrazioni in chiave realistica e coinvolgente. Le ore trascorse durante la formazione, tenuta dall’associazione LVIA, ha consentito a noi insegnati di approfondire una tematica di grande attualità».
Per la scuola IPSIA GRANDIS, il progetto “Un solo mondo. Un solo futuro” ha un difetto: «È unico» conclude la professoressa «Profondo, attuale e spiazzante allo stesso tempo. Raramente accade, ma il coinvolgimento emotivo e le informazioni fornite sono state tali da catturare tutti, dai docenti agli alunni. Da qui, la necessità di portare all’interno del nostro istituto un progetto così ben articolato, sul tema delle migrazioni e della società plurale utilizzando nuove metodologie didattiche, anche in rete con molte realtà del territorio.”
“Educare alla Cittadinanza Globale nella scuola” in tutto il mondo è l'obiettivo per i prossimi 15 anni indicato dall’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile 2030, che al punto 4 indica l'obbligo di "Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti". Anche la scuola e la società italiana sono chiamate ad impegnarsi entro il 2030 ad “assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile” (Obiettivo 4.7.).